Sindrome del tunnel carpale

La Sindrome del Tunnel Carpale (STC) è una patologia dovuta alla presenza di una compressione del nervo Mediano a livello del canale carpale del polso con sintomi caratterizzati da dolore e parestesie ai polpastrelli delle prime 3 dita della mano e, nelle forme gravi ed avanzate, dalla diminuzione di forza del pollice nel prendere gli oggetti, tanto che i pazienti spesso dicono che: “gli oggetti cadono di mano”. Generalmente la STC predilige le donne per motivi ormonali e i lavoratori di certe categorie (sarti, verniciatori, meccanici, ecc.) per l’uso intenso che viene fatto delle mani. La STC può comparire anche in gravidanza ed è legata agli effetti degli ormoni femminili e alla ritenzione di liquidi tanto che spesso i sintomi regrediscono dopo il parto. Le cause sono varie e tra le più frequenti possiamo citare:

• ipertrofia delle guaine dei tendini flessori,

• artrosinovite del polso,

• cisti del canale carpale,

• esiti di fratture del polso,

• tenosinoviti dei flessori cisti articolari e tendinee,

• tumori ed infezioni,

• diabete mellito,

• insufficienza renale cronica,

• ipotiroidismo,

• amiloidosi,

• acromegalia,

• gravidanza e menopausa.

Le parestesie rappresentano il sintomo più precoce e possono essere dolorose; si localizzano alle prime tre dita (occasionalmente al 4° dito, MAI al 5° dito), anche se il paziente riferisce spesso di sentire tutta la mano addormentata. Compaiono in prevalenza nelle ore notturne o durante attività lavorative (cucito, uso di strumenti vibranti, ecc.) e possono irradiarsi fino alla spalla. La riduzione di sensibilità interessa le stesse aree delle parestesie, in particolare i polpastrelli. Nei casi più gravi ci può essere difficoltà a prendere e tenere gli oggetti (per es. gli aghi) oppure ad abbottonarsi gli abiti.

La diagnosi viene posta in base ai dati clinici confermati da un esame EMG (elettromiografico). I test clinici (test di Tinel e di Phalen) possono essere difficili da interpretare per la concomitanza di altre patologie (ad es. cervicobrachialgie, ecc.) per cui è sempre meglio porre l’indicazione chirurgica dopo la conferma con esami strumentali. La STC viene classificata in sei livelli di gravità in base alla entità dei sintomi sensitivi e motori.

La terapia della STC può essere conservativa o chirurgica. Il trattamento conservativo è da tentare se non ci sono deficit della forza o della sensibilità o severe anomalie all’esame EMG.

A) Terapia conservativa – Ultrasuoni, ionoforesi e laser possono migliorare i sintomi, ma non agiscono sulla causa; – farmaci antinfiammatori non steroidei e steroidei hanno efficacia scarsa o limitata nel tempo; – le infiltrazioni sono efficaci sui sintomi, ma con rischi di danni a carico del nervo; i tutori per il polso a volte efficaci ma non sempre ben tollerati.

B) Terapia chirurgica – L’intervento prevede la sezione del legamento trasverso del carpo, che riduce lo spazio a disposizione del nervo mediano e dei tendini flessori che attraversano insieme il tunnel carpale. La metodica più efficace è la mini incisione al palmo della mano; è una tecnica chirurgica mini-invasiva in regime di day-hospital, che consiste in una piccola incisione (della lunghezza tra 1cm e 2 cm) attraverso la quale viene aperto il legamento trasverso del carpo per tutta la sua lunghezza decomprimendo quindi il nervo mediano. La durata dell’operazione non supera in genere i 10 minuti. Non è richiesta una immobilizzazione della mano, la cui motilità invece va incoraggiata dopo l’intervento. Con tale intervento il paziente rapidamente recupera la funzionalità della mano e può tornare in breve tempo alla sua attività lavorativa. I risultati dei pazienti trattati sono generalmente ottimi. Le complicanze sono possibili, ma nella maggior parte dei casi si limitano ad un dolore locale che diminuisce col passar del tempo.